Cenni storici

Storia e cultura di una terra si intrecciano indissolubilmente, lasciando la loro firma nel genius loci e la loro forma nell’Arte

Così è per il Capo di Leuca dove campanili, chiese, cappelle, fortilizi, antichi palazzi e tracce archeologiche sono custodi gelosi del passato: una ricca eredità di tutte le civiltà che si sono succedute dai messapi, greci e romani, passando per i saraceni, gli svevi, normanni e angioini, sino agli aragonesi, spagnoli e borboni. Per questa via beni storici, artistici e culturali rappresentano un patrimonio notevole che potrebbe ricondurre l’intera Terra del Capo di Leuca ad un “museo all’aperto”, in cui ogni pezzo è assolutamente unico. Questo ricco e importante sistema di beni culturali è stato oggetto di una serie di interventi di recupero e fruizione, anche da parte del Gal Capo Santa Maria di Leuca, con il fine di valorizzarli e renderli accessibili a tutti.

Certamente l’impronta originaria più evidente è quella di origine messapica. Un’ampia documentazione testimonia che i siti archeologici venuti alla luce e sapientemente recuperati, con l’intervento dell’Università del Salento, risalgono al periodo tra il IX e il II, III sec. a.C.. In quelli che furono antichi insediamenti di un popolo forse proveniente dall’Illiria, sono stati rinvenuti vari oggetti quali monili, gioielli, monete, utensili. Questi ultimi associati ai dati sui siti e allo studio dei riti  e delle tradizioni hanno consentito un’incisiva valorizzazione della storia dei Messapi, che identificano oggi questo territorio. Le aree di Salve e Ugento sono un esempio eloquente. In quella che fu la messapica Ozan (poi Uxentum) è possibile visitare il Museo "Adolfo Colosso" dove è esposto un prezioso capitello e il Museo Civico Archeologico “Salvatore Zecca”, in cui sono conservati i resti di una grande cinta di mura megalitiche  e di un tempio dedicato a Zeus, del quale rimane un’incantevole statua bronzea attualmente esposta nel Museo Archeologico di Taranto.

In località Cardigliano, vicino Specchia, il ritrovamento di una tomba ipogea fa ipotizzare che la zona fosse già abitata all’età del bronzo mentre altri reperti archeologici dicono che intorno al 250 a.C. vi fossero già insediate popolazioni di origine messapica. Nella cittadina di Salve particolarmente noto è poi il sito dei Fani,  termine latino con il quale si identificava un tempio dedicato alla divinità collocabile intorno al IV secolo. Oggi è un canale proteso sul mare  e ricoperto di vegetazione  da percorrere a piedi, per gustare appieno la sensazione di perdersi in dimensioni surreali. Da tale ricco patrimonio una serie di sistemi museali molto interessanti, come quello presente nel Palazzo Ramirez a Salve o il Museo “Liborio Romano” a Patù. Se nel nostro viaggio, breve e simbolico nel capo di Leuca, ci rivolgiamo all’arte non possiamo ignorare le volute morbide e sinuose del Barocco: le facciate delle chiese, gli altari interni con le loro colonne tortili, i portali ed i rosoni suggeriscono un trionfo di bellezza ed eleganza in cui la creatività di scalpellini e architetti si è consacrata al “per sempre” attraverso straordinari livelli artistici. Ma alle pulsazioni Barocche si accostano spesso monumenti medievali semplici e lineari, creando un’armonia di forme che narra un particolare percorso collettivo di Fede. 

Parlare di storia e cultura è ancora conoscere il territorio attraverso palazzi e castelli, dapprima costruzioni militari, poi residenze raffinate. Da ricordare l’impianto fortificato di Tricase dominato dal Palazzo dei Principi Gallone, il castello di Acquarica del Capo e di Ugento, il Castello Baronale Brancaccio di Ruffano e quello dei Protonobilissimo di Specchia. Altri Palazzi degni di nota sono Palazzo Pizzolante a Ruffano e Palazzo Colosso di Ugento. Naturalmente Chiese, Castelli e Palazzi sono una scoperta anche all’interno dove vengono custoditi gelosamente oggetti e tele di rara fattura. Oltre alla cultura dell’Arte in senso stretto esiste anche la cultura e la storia della tradizione specificata attraverso l’artigianato. Riti e gestualità si ripetono nelle stagioni, nelle credenze popolari che intrecciano sacro e profano, così come si intrecciano cannucce di giunco per realizzare cesti, panieri e “fische” per la ricotta fresca.

Da padre in figlio, i mestieri si rinnovano in un artigianato colto, fatto non solo di manualità e di pazienza meticolosa ma anche di alta creatività: si riscopre l’arte di manipolare la materia viva, per ottenere oggetti, i più vari, come gli utensili ricavati dal legno d’ulivo, con le loro pulsanti venature o le splendide terracotte dai colori brillanti. Queste ultime fanno bella mostra di se in molte botteghe, famose quelle di Ruffano, Lucugnano e Tricase. Pregevoli anche le opere dei fabbri, in realtà artisti del ferro e del rame. Ancora, il pregio dell’artigianato del Capo di Leuca si rinviene nelle figure delle filatrici e tessitrici, che come le Parche nella mitologia romana, realizzano al telaio tradizionale a pedali,  pregiate lenzuola, tovaglie e copriletti. Assieme a loro le ricamatrici ottengono splendidi merletti come il “chiacchierino”  e il tombolo. Dal cibo alla Natura alla Cultura, tutto è un invito a scoprire il Capo di Leuca!

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